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SETTANTA VOLTE SETTE – CONTROCANTO COLLETTIVO

 

Erano stati nostri ospiti con lo spettacolo “Sempre Domenica” nella stagione 2017/2018

Quest’anno ci faranno l’onore di aprire la prima edizione di Aria Aperta Teatro Festival con lo spettacolo vincitore “I Teatri del Sacro 2019” Settanta Volte Sette

 

Martedì 15 giugno – ore 21:30

Castello di Casalgrande

SETTANTA VOLTE SETTE

CHRISTIAN E ILARIA

 

drammaturgia originale Controcanto Collettivo

ideazione e regia Clara Sancricca

con Federico Cianciaruso, Riccardo Finocchio, Martina Giovanetti, Andrea Mammarella, Emanuele Pilonero, Clara Sancricca

voce fuori campo Giorgio Stefanori

Scenografia Controcanto Collettivo con Antonia D’Orsi, Costumi Francesca Di Giuliano, Disegno luci Cristiano Di Nicola, Foto di scena Simone Galli | Atlas fotografie, Organizzazione Gianni Parrella

Produzione di Progetto Goldstein

con il sostegno di Straligut Teatro, Murmuris, ACS – Abruzzo Circuito Spettacolo, Verdecoprente Re.Te. 2017

 

LO SPETTACOLO

Settanta volte sette racconta la vita di due famiglie i cui destini s’incrociano in una sera.

Racconta del rimorso che consuma, della rabbia che divora, del dolore che lascia fermi, del tempo che sembra scorrere invano. Eppure racconta anche la possibilità che il dolore inflitto e il dolore subito parlino una lingua comune, che l’empatia non sia solo un’iperbole astratta e che l’essere umano, che conosce il contagio del riso e del pianto, dietro la colpa possa ancora riconoscere l’uomo.

NOTE DI REGIA

Con Settanta volte sette il nostro collettivo affronta il tema del perdono e della sua possibilità nelle relazioni umane.

Nella sua gloriosa storia questo concetto ci sembra essere giunto ad un inglorioso epilogo, che lo vede soccombere alla logica – attualmente vincente – della vendetta. Un tempo ritenuto il punto di arrivo di un percorso destinato a pochi spiriti eletti, appare oggi, nell’opinione comune, come il rifugio dei più codardi e la scappatoia dei meno arditi, in una società che riconosce e accorda alla vendetta il primato nella risoluzione dei torti e dei conflitti. Chi perdona sembra sminuire il torto, giustificare l’offesa, mancare di rispetto alla vittima, farsi complice del colpevole.

Eppure il perdono protesta per innescare pensieri diversi, per aprire a logiche nuove; protesta contro l’assunto che al male vada restituito il male. Ci ricorda che dentro la ferita, dentro la memoria del male subito e al di là di ogni convenienza, esiste la possibilità di un incontro. E che questa possibilità non ci sfida dall’alto dei cieli, ma è concreta, laica e umana.

Clara Sancricca