BREVE APOLOGIA DEL CAOS PER ECCESSO DI TESTOSTERONE NELLE STRADE DI MANHATTAN

Sabato 5 agosto – Giardino di Villa Segrè Salvaterra (RE)

ore 21:30

Crediti

di Santiago Sanguinetti 

regia Simone Luglio 

assistente alla regia e traduttrice Teresa Villa

con Daniele Marmi, Riccardo Goretti, Eleonora Angioletti, Giorgio Castagna

Produzione La Filostoccola e Officine della Cultura

Presentazione

Quattro persone chiuse in un appartamento di Manhattan, persone comuni che non sanno stare al mondo e che sognano la rivoluzione a qualsiasi costo, improbabili terroristi che progettano un infallibile piano insurrezionale: in quello spazio simbolicamente centrale del capitalismo mondiale, diffonderanno un virus che aumenta la quantità di testosterone nel corpo e altera il comportamento degli esseri umani trasformandoli in animali mossi dal puro istinto sessuale e dalla volontà di dominio, portando ineluttabilmente al crollo del sistema capitalista. L’idea rivoluzionaria, anche se strampalata, c’è. L’esito, improbabile. Un testo sorprendente di uno dei più importanti autori sudamericani per il teatro.

“Breve apologia del caos per eccesso di testosterone nelle strade di Manhattan” di Sanguinetti, si inserisce con altre due pièce all’interno della Trilogia della Rivoluzione, come un tentativo di fare teatro politico nel secondo decennio del 21° secolo. Senza cercare di contrastare, ma al contrario, cavalcando il disincanto, la depoliticizzazione, la perdita di quadri di riferimento che tanto caratterizzano la nostra epoca, Sanguinetti estremizza i più urgenti interrogativi sull’attività politica e sulla necessità di ripensare il mondo in cui viviamo, per farli implodere in un balbettio nonsense con uno sguardo giocoso e spietato.

Così si sovrappongono in stratificazioni viscose i lasciti disastrosi dei più importanti avvenimenti della storia recente uruguayana: il decennio insurrezionale degli anni ’60, gli anni della dittatura militare, la transizione democratica, l’imperialismo e il consumismo sfrenato degli ultimi anni. Attraverso l’umorismo, il grottesco e la farsa, Sanguinetti interroga quei momenti chiave del passato e del presente, smonta discorsi riduttivi e manipolatori e invita lo spettatore alla riflessione.