ROMEO E GIULIETTA. OPERA IBRIDA

Mercoledì 26 luglio – Giardino di Villa Segrè Salvaterra (RE)

ore 21:30

Crediti

Drammaturgia Maurizio Patella 

Soggetto, supporto alla drammaturgia e regia Mariano Arenella 

Con Luigi Aquilino, Mariano Arenella, Erica Camiolo, Elena Ferrari, Claudio Pellerito, Alberto Pirazzini, Matteo Sangalli, Scene Solo Video, Silvia Soncini

Solo Audio Maurizio Patella

Network Design E Progettazione Regia Streaming Leonardo Moiso

Sviluppo Applicativo, Aiuto Regia Matilde Ugolini

Phygital Experience Design Associazione Gomboc

Ispirato a William Shakespeare

Una Produzione Cabiria Teatro

Età consigliata: dai 14 anni

 Portare smartphone e cuffie auricolari.

Presentazione

In “Romeo e Giulietta” di Shakespeare due adolescenti si uccidono. Secondo il rapporto Unicef 2021 la seconda causa di morte tra i giovani in Europa è per l’appunto il suicidio. La prima sono gli incidenti stradali che spesso nascondono suicidi camuffati. Dall’inizio della pandemia gli atti di autolesionismo sono aumentati del 30%. Ma cosa porta gli adolescenti alla morte? Shakespeare dice: il vivere in un clima di violenza, l’impossibilità di fare scelte proprie, il percepire gli adulti come lontani, distanti. Soprattutto, il voler fuggire da una situazione ritenuta insopportabile dove l’idea stessa di farla finita, di morire, viene cullata come un balsamo risolutore. Morte che non è fine, ma solo un brevissimo momento che preclude il risveglio. Ci siamo chiesti: oggi, in che mondo vivrebbero Romeo e Giulietta? Dove viviamo noi? La riscrittura è partita da qui, calando la vicenda shakespiriana ai giorni nostri. Provando a immergere i protagonisti nella cronaca nera dei giornali, nelle chat, nei selfie, in quel mondo di adolescenti fatto di zainetti, challenge e cyberbullismo. Abbiamo mischiato i linguaggi. Quello teatrale e quello dello smartphone. Dove reale e virtuale sono sullo stesso piano. Dove ci si parla di persona quanto da uno schermo. Dove un emoticon fa la differenza e gli abbracci, quando ci sono, stupiscono, perché “veri”. Perché questo è il mondo che abbiamo creato per gli adolescenti. Non il miglior mondo possibile, ma un meccanismo inesorabile, in cui gli eventi – basta un niente, anche la condivisione di un video – possono finire per stritolarti.

Uno spettacolo che dovrebbero vedere tutti: gli adolescenti, ma soprattutto gli adulti.