Spettacolo per bambini dai 3 ai 7 anni
con Silvia Scotti
regia di Fadia Bassmaji
Compagnia Quinta Parete

 

Esiste un’unità di misura per determinare il valore di una famiglia?
Esiste un grande registro che raccolga le storie di tutte le famiglie possibili?

Nella nostra storia si, centimetro dopo centimetro attraverseremo le pieghe di una dozzina di famiglie possibili, larghe, strette, corte, basse, stirate e stiracchiate, stropicciate, strappate, scanzonate, allargate, con cuciture e senza cuciture, a maglie larghe e a punti stretti…Le nostre famiglie saranno colorate, colorite, un pochino stravaganti e a volte un po’ invadenti.

Puntiamo a includere tutte le stranezze a patto che ci siano molte tenerezze.

Di una cosa ci siamo appurate: le nostre famiglie non sono fatate, tutte vere e difettose sono famiglie comunque premurose, ci si abbraccia e ci si ama, ci si arrabbia ed allontana ma alla fine tutte, senza eccezione alcuna, fanno una carezza alla luna, si infilano nel letto e si dimenticano il dispetto.

Se rimane un pensierino noi tiriamo su l’uncino e l’uncino rammenda la famiglia che se ne va a letto tutta tranquilla!

Se una cosa ci va di raccontare con questo spettacolo è che le famiglie felici hanno forse tanti difetti, sono un po’ appiccicate, traballanti, storterelle ma una cosa è certa (e noi ci crediamo) di amore son fatte, e di tanti ti amo!

Lo spettacolo nato per una fascia di età 3-7 è adatto anche a bambini più grandi e ad adulti proprio perché parla di tutti noi. E’ legato ad un progetto più ampio sul tema della famiglia collegato all’indagine su maschile e femminile nella società.

La Quinta Parete sta sviluppando alcuni laboratori specifici sul tema che nel 2015 saranno attivati in una decina di scuole dell’infanzia.

Legato a questo spettacolo c’é un progetto di partecipazione a convegni nazionali sul tema, diffusione di editoria intelligente e inclusiva per l’infanzia, laboratori per genitori ed insegnanti che si trovano interessati a questi argomenti e ne vogliono sapere di più approfittando dello strumento del teatro che è primariamente gioco.

 
IL LINGUAGGIO

Il corpo è motore, così come il movimento nello spazio è significatore della parola e oniricamente aggiunge significato, raccontando ciò che non si vede dietro le immagini stereotipate irremovibili di una realtà a volte percepita tanto bidimensionale da far piangere.

Il metodo che è stato utilizzato per creare i personaggi e la scena è quello di Maria Consagra che proviene dallo studio del movimento Laban applicato al teatro: dal corpo si arriva a creare un personaggio, attraversando le qualità di energia del movimento per studiare come il movimento del corpo può esser mosso dalle caratteristiche mentali e psicologiche di chi lo produce e come il corpo e il suo movimento, determinano una voce o una tendenza nella relazione con il mondo esterno.

Lo scopo del lavoro è allenare il corpo a essere vivo e rispondere dunque con onestà e verità a un immaginario che in questo caso è dato da un testo predefinito, l’obiettivo è ampliare la ricerca sul personaggio e sulle sue sfaccettature inserendolo in un contesto di realtà “rubando” dalle esperienze, conoscenze, attitudini ciò che può arricchire la riflessione attorno allo spettacolo e la sua costruzione.

 

TEMATICHE AFFRONTATE

Cos’è la famiglia? Come ci si sente in famiglia? Quali tipi di famiglia esistono?
Lo scopo dello spettacolo è raccontare che una famiglia è soprattutto amore e cura.
La diversità e continua trasformazione delle famiglie di oggi ci induce a pensare che non sia profiquo parlare di “famiglia normale” e rifarsi ad una immagine sempre più lontana dalla realtà dei bimbi di oggi, piuttosto vorremmo dare loro lo strumento per individuare, creare, assorbire amore in una qualunque delle famiglie possibili.